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Rifondare le organizzazioni

Rifondare le organizzazioni

Autore: Arthur Yeung, Dave Ulrich

Editore: Franco Angeli, 2020, pp. 254 € 29,00

Genere: Saggio sull’innovazione organizzativa

Chiave di lettura: disegnare una mappa strategica per rifondare le organizzazioni nei mercati ad altra trasformazione

Frase chiave: “In un epoca di condizioni di business in rapida trasformazione, questo libro è pensato per proporre ai leader un ragionamento organizzativo di tipo diverso, introducendo nuovi principi di design aziendale che possono consentire loro di implementare nuove pratiche manageriali”.

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Seguo il lavoro di Dave Ulrich da diversi anni. Ho letto tutti i suoi libri, ascoltato diverse conferenze. L’ho sempre apprezzato. Ma in questo libro, scritto a due mani con Arthur Yeung, Senior Management Adviser presso Tencent Group, Ulrich sale di livello e realizza l’opera più importante, visionaria, documenta, attualissima, su come rifondare le organizzazioni in una epoca di trasformazioni inarrestabili. Dico subito che è una lettura impegnativa, ricca di argomentazioni, densa di dati, da studiare più che da spiluccare, ed è uno di quei rari casi in cui lo studio vale l’impegno perché, oltre ad essere interessante e piacevole nello stile, è anche una fonte di ispirazione per imprenditori e manager che vogliono avventurarsi in quel domani che nessuno sa ancora quale sarà. Avendo analizzato minuziosamente come pensano e come si muovono i giganti dell’innovazione, Rifondare le organizzazioni offre tanti spunti per attrezzarsi a saper vedere oltre l’ostacolo del passato. Motivo in più per considerarlo uno dei migliori testi di management del 2020.

Per capire come le organizzazioni possano sopravvivere e prosperare in un mare in tumulto: “Abbiamo deciso di studiare la Cina e la Silicon Valley – annunciano gli autori -. Sapevamo che queste due aree sono zone di incubazione di nuove forme organizzative e di pratiche che rispondono alla perfezione alle esigenze dei mercati super-dinamici”. Otto le aziende sono state prese a modello e “messe in provetta” per comprendere il segreto del loro successo: Alibaba, Amazon, DiDi, Facebook, Google, Huawei, Supercell, Tencent, tutte ad alto tasso d’innovazione e fatturati stratosferici. Aziende inarrivabili, forse. Ma, c’è un ma. Come precisano gli autori (e lo dimostrano in modo eloquente nell’ultimo capitolo), il loro “modello trasformativo” a 6 dimensioni è adattabile a qualunque contesto, persino le aziende tradizionali possono trarne spunti. Ha un nome altisonante, Ecosistema Orientato al Mercato (EOM), ma è meno complicato di come sembri. Le sei dimensioni di cui si compone non sono una novità. La novità è, semmai, nel come sono state concepite e strutturate, nei principi che le ispirano e nelle azioni che le conducono un passo avanti al futuro. “Gli EOM ribaltano le regole della concorrenza, concentrandosi meno sulla quota di mercato e più sulle opportunità. Anziché limitarsi a rispondere alle condizioni di settore, prestano più attenzione alla creazione di nuove condizioni”.

Il modello parte con 1) l’Ambiente (prevedere i trend e le variazioni del contesto organizzativo: sociale, tecnologico, economico, politico, ambientale e demografico) per rispondere ai mercati in rapida trasformazione. Cinque, le azioni principali da intraprendere: 1) Riconoscere le distruption di settore, 2) Accettare l’inevitabilità del cambiamento, 3) Apprendere il linguaggio emergente del business, 4) Usare modelli per dare ordine al caos del cambiamento ambientale, 5) Aiutare i dipendenti a sperimentare l’impatto positivo del cambiamento rapido. Seconda dimensione, la Strategia. Mira ad aumentare l’agilità strategica lasciandosi alle spalle la vecchia Pianificazione che rallenta la corsa verso il futuro. “Le EOM si concentrano sull’esterno, più che sull’interno, sugli spostamenti agili più che sulla loro accuratezza, sugli stakeholder, più che sui processi, sulla sperimentazione rapida”. Terza dimensione, le Competenze, diffuse, anziché localizzate. Sono soprattutto 4 quelle presenti nelle EOM: 1) percezione esterna, 2) passione per il cliente, 3) Innovazione capillare, 4) Agilità ad ogni livello. Quarta dimensione, la Morfologia, ovvero il design organizzativo delle EOM è composto da piattaforme, cellule (unità di business) o alleati (partner strategici) tutte strutture flessibili e adattive che favoriscono la connessione e la mobilità delle risorse. Quinta dimensione, la Governance che, badate bene, nelle EOM non significa norma, ma guida. Ultima dimensione, la Leadership, sempre più distribuita e capillare.

La ricchezza di esempi e argomentazione sui meccanismi operativi delle EOM; la lettura delle sue sei dimensioni alla luce delle otto aziende oggetto di analisi comparativa; la quantità di modelli e di analisi illustrati e la fluidità della prosa, nonostante lo spessore della materia, fanno di questo libro uno strumento prezioso per poter ripensare le proprie organizzazioni e, perché no, rifondarle prima che il futuro – che è già oggi – ci costringa a farlo.