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La quarta rivoluzione industriale

La quarta rivoluzione industriale

 

Autore: Klaus Schwab

Editore: Franco Angeli, 2016, pp.207, € 25.00

Genere: saggio come la tecnologia sta cambiando le nostre vite e quella delle generazioni future, rimodellando gli scenari economici, sociali, culturali e umani.

Chiave di lettura: come preparasi ad una rivoluzione antropologica e cognitiva.

Frase chiave: “La nuova rivoluzione tecnologica è la più affascinante e suggestiva, poiché comporta una vera e propria trasformazione per l’umanità”.


 

In ogni rivoluzione c’è un momento in cui il cambiamento diventa irreversibile. È allora che il quadro di riferimento muta radicalmente, e nulla sarà più come prima. Quel momento è arrivato, si chiama quarta rivoluzione industriale.Ad annunciarla è Klaus Schwab, fondatore e presidente del World Economic Forum di Davos (Svizzera) in un libro che sembrerebbe di pura fantascienza. Invece è la prefigurazione plausibile del mondo verso cui stiamo andando, laddove fenomeni di natura diversa – applicazioni digitali, automazione, sequenziamento del DNA, energie rinnovabili, robotizzazione e intelligenza artificiale – convergono generando nuove forme di vita e di società sino a ieri inimmaginabili. Il tutto ad una tale velocità da creare un divario insanabile tra chi riuscirà a star dietro ai cambiamenti e chi ne sarà travolto, chi ne trarrà enormi benefici e chi precipiterà nel baratro della nuova povertà. La sfide è in corso. Impossibile sottrarsi. Ed è solo l’inizio.

Ciò che rende questa rivoluzione diversa da quelle che l’hanno preceduta è la velocità, la portata e l’intensità con cui si manifesta e l’impatto che sta esercitando su interi sistemi: Paesi, aziende, settori, società. “Le innovazioni tecnologiche rimodellano gli scenari economici, sociali, culturali, cambiano le nostre vite e quelle delle generazioni future”. È quanto sostiene Schwab avvalendosi dei dati emersi da un osservatorio privilegiato: il Global Agenda Council on the Future of Software and Society del World Economic Forum che, quest’anno, ha condotto un indagine Deep Shift – Tecnology Tipping Points and Social Impact su un campione di 800 manager per valutare gli impatti delle tecnologie digitali sugli individui, sulle organizzazione, sulla società. Sono emersi 21 “punti di discontinuità” (o scenari di cambiamento) che gli intervistati intravedono da qui al 2025. Per ogni discontinuità vengono ipotizzati gli effetti positivi e negativi e le conseguenze non ancora note, ma prevedibili.

Quello di Schwab è un libro importante e necessario, esaustivo e sintetico (sebbene in certi passaggi anche troppo veloce). Andrebbe adottato nelle scuole superiori, specie all’ultimo anno, affinché gli studenti possano farsi un’idea di ciò che li attende e prefigurarsi, fin da oggi, le strade da intraprendere domani, per non ritrovarsi esclusi dal mercato del lavoro e dalla società.

Schwab dedica una riflessione ad ampio raggio sui principali megatrend resi possibili dal potere pervasivo del digitale: dall’avvento dei veicoli autonomi (droni e vetture autopilotate); dalla stampa 3D (avverte che si sta già lavorando sulla stampa quadridimensionale per generare prodotti “automodificanti”, capaci di percepire e adattarsi ai cambiamenti esterni dettati dal calore o dall’umidità. Tecnologie di questo tipo potranno essere impiegate anche per realizzare impianti medicali adattabili al corpo umano”). E ancora, robotica avanzata (“Fino a ieri bisognava programmare i robot per mezzo di unità autonome, oggi possono accedere alle informazioni da remoto attraverso il cloud e connettersi fra loro aumentando la capacità di interazione fra esseri umani e macchine) e nuovi materiali cosiddetti “intelligenti” perché si puliscono e si riparano da sé; metalli dotati di “memoria” che ritornano alla forma originale, ceramiche e cristalli che trasformano la pressione in energia. Plastiche termoindurenti per il riutilizzo di materiali il cui riciclo era finora impensabile.

Fra i diversi megatrend indotti dalla rivoluzione digitale, quello che più ci tocca da vicino è la biologia di sintesi perché ha a che fare con la salute. Attraverso al modifica del DNA, sarà possibile creare organismi con determinate caratteristiche. “Molte malattie incurabili – precisa Schwab – hanno una componente genetica. La capacità di determinare il nostro corredo genetico, in modo efficiente e non troppo oneroso, rivoluzionerà le modalità di cura. Avendo a disposizione le informazioni genetiche su un tumore, ad esempio, i medici potranno decidere la terapia più adatta al paziente”. C’è di più “I ricercatori hanno iniziato a riprodurre i genomi dei maiali per creare organi compatibili per il trapianto umano”. La rivoluzione avanza veloce e pervasiva, rendendo possibile l’impossibile, e investe anche il mondo del lavoro. I ricercatori calcolano che circa il 47% dei posti di lavoro negli Stati Uniti sta già per essere rimpiazzato dai robot. “I lavori meno a rischio saranno quelli dove sono richieste competenze creative e sociali”. Ma si tratta pur sempre di una sicurezza provvisoria. Basti pensare che anche la scrittura, attività creativa per eccellenza, potrebbe presto superata dall’avvento della scrittura automatizzata. E così il lavoro di commercialisti, degli assicuratori, degli anestesisti. Tutto cambia e ci cambia. L’unica salvezza è continuare ad apprendere, ampliando il proprio background, tenendo d’occhio le professioni emergenti: è questa la nuova competenza di cui non si può più fare a meno. E richiede anche una nuova mentalità, più flessibile, aperta alle innovazioni.

Il libro di Schwab si apre con domande cui non è ancora possibile dare risposte esaustive e si conclude con un affermazione che lascia senza parole: “La quarta rivoluzione industriale non cambia solo ciò che facciamo, ma anche ciò che siamo. Che ne sarà della nostra individualità nell’era digitale?”.