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IL POTENZIALE NASCOSTO (EGEA) – I TUOI PUNTI FORTI (F.ANGELI)

IL POTENZIALE NASCOSTO (EGEA) – I TUOI PUNTI FORTI (F.ANGELI)

ALLA RICERCA DEL POTENZIALE SOMMERSO

Un tema controverso. Due libri per approfondirlo. Il primo, “Il potenziale nascosto”, scritto da un autore di successo (Adam Grant). Il secondo, “I tuoi punti di forza”, da un Executive coach meno nota (Raffaella Villa). Due visione complementari. Grant è interessato a smontare alcune opinioni diffuse sul tema. Villa a mostrare un percorso di auto esplorazione per cogliere le caratteristiche distintive della propria unicità. Entrambi i libri animati da una scrittura coinvolgente e riflessioni stimolanti che invogliano l’approfondimento del tema.

Recensione di Raul Alvarez

(r.alvarez@inalto.it)

IL POTENZIALE NASCOSTO

Adam Grant

Egea, 2024

pp.300, €29.50

 

Il nuovo libro di Adam Grant, psicologo delle organizzazioni alla Wharton School, s’inoltra su un tema che ha alle spalle fiumi di letteratura: la scoperta del potenziale umano che, opportunamente gestito, si traduce in talento. Molti credono sia una dote innata. Per Grant no. “Quelle che sembrano doti naturali sono spesso differenze di motivazione e opportunità. C’è poi un bias con cui fare i conti: “In un mondo ossessionato dal talento molti credono che le persone più promettenti siano quelle le cui qualità spiccano sin dall’inizio”. Falso. “Per ogni Mozart che raggiunge la gloria in tenera età ci sono molti Bach che s’impongono lentamente e sbocciano tardi”. Il punto da cui le persone partono non dice molto su dove arriveranno. Inoltre, “La vera misura del potenziale non è l’altezza della vetta raggiunta, ma quanto si è scalato per arrivarci”.

Altra prospettiva sul tema, quella della formazione. Per Grant il potenziale si sviluppa già nella scuola primaria, grazie a quegli insegnanti che non si limitano a somministrare conoscenze, ma aiutano gli studenti a sviluppare abilità fondamentali per la vita quali: la proattività, il comportamento prosociale, la disciplina, la determinazione. Esse consolidano l’impalcatura (o il ponteggio) su cui poggia il carattere. “Nell’apprendimento scolastico le impalcature svolgono una funzione analoga: “L’insegnante fornisce l’istruzione iniziale e la motivazione ad apprendere, per poi rimuovere il supporto (l’impalcatura, appunto) affinché, chi impara, sviluppi da sé un approccio responsabile all’apprendimento”.

La parte la più interessante del libro approfondisce il tema delle Abilità caratteriali da cui scaturirà il talento. Inizia da una distinzione. Il carattere è spesso confuso con la personalità. Sbagliato. “La personalità è la nostra predisposizione, i nostri istinti primari che ci dicono come pensare, sentire e agire. Il carattere è la capacità di far prevalere i valori sugli istinti. La personalità non è il nostro destino, è la nostra tendenza. Le abilità caratteriali permettono di trascendere questa tendenza per rimanere fedeli ai principi” e diventano la nostra forza interiore. E poi, una differenza che fa fa differenza: “Le abilità cognitive ci distinguono dagli animali, ma le abilità caratteriali ci elevano al di sopra delle macchine”.

Fra le altre condizioni che rafforzano il carattere, Grant evidenzia il “Saper stare a proprio agio col disagio”. I piloti, ad esempio, imparano a gestire il disagio intensificandolo. A volte s’impara di più adottando una modalità  d’apprendimento diversa da quella abituale, forse perché richiede più attenzione e impegno. S’impara  anche dai propri errori, se sappiamo riconoscerli e accettarli, anzichè naconderli. Soprattutto s’impara chiedendo consigli  anziché feedback: “Il feedback è retrospettivo, induce le persone a criticarvi o a tifare per voi. I consigli guardano al futuro e spingono le persone a farvi da coach. La domanda da porre è dunque: “Cosa posso fare di meglio la prossima volta?”. Grant lancia poi una provocazione: “Bisogna imparare a diventare imperfezionisti. Puntare all’eccellenza, non alla perfezione. “Eccellere non è solo soddisfare le aspettative altrui, è anche riuscire ad essere all’altezza dei propri standard. Il successo non è avvicinarsi il più possibile alla perfezione, ma superare quanti più ostacoli possibili lungo il tragitto”.

Tante le idee su cui riflettere. Tante le ipotesi sul potenziale . Tanti i suggerimenti per disinnescare la motivazione ad apprendere. Tanti temi sul tavolo, tuttavia non sempre originali, ne’ approfonditi a sufficienza. Un libro “imperfetto”, dunque? In parte. Forse volutament  per essere coerente con “la bellezza dell’imperfezione” di cui Grant si fa qui portavoce.

 

I TUOI PUNTI DI FORZA

Raffaella Villa

Franco Angeli, 2024

pp.109, €17.00

Quando l’editore mi ha inviato il libro di Raffaella Villa chiedendomi se fossi interessato a recensirlo, ho risposto: “Anzitutto lo leggo. Se poi mi farà scoprire anche i miei punti di forza lo recensirò senz’altro”. Promessa mantenuta. In 107 pagine Villa riesce a trasmettere l’essenziale su un tema complesso, stimolando la voglia di saperne di più, sollevando domande che aiutano a scoprire cosa ci rende unici, a riflettere sui nostri punti di forza e di debolezza e a valutare come i primi possono compensare i secondi; a scoprire il nostro potenziale nascosto, perché ciascuno ne possiede almeno uno anche se non sempre ne è consapevole. Starà alle circostanze offrirci l’occasione per scoprirli. Per questo occorre imparare anzitutto a riconoscerli. Il libro invita a fare un viaggio di scoperta, attraverso un percorso strutturato di domande che guidano alla conoscenza di sé. È questa la principale qualità del libro, ma ne contiene anche altre.

Qualità n.1 la forza di un metodo ispirato alla psicologia Positiva e ai lavori di Marcus Buckingham, mai tradotti da noi ma che, grazie a questo libro, ne possiamo scorgere alcuni tratti. I punti di forza emergono dalla confluenza di quattro fattori grazie . Anzitutto la Competenza (le cose che so e che so fare); il Talento (le cose che mi vengono naturali fare, ma che per altri potrebbero essere un problema); la Motivazione (le cose che ci accendono) dando un senso al nostro agire. Questi tre fattori  basterebbero da soli a scoprire il potenziale nascosto, ma ce n’è un quarto che può favorirlo o addrittura frenarlo, il Contesto (le cose che servono sul lavoro ad esercitare con successo il proprio ruolo). I punti di forza possono emergere, o restare in ombra, a seconda dei contesti in cui operiamo e al ruolo che ci viene richiesto. “Se le mie competenze sono utili e se posso esprimere il mio talento, troverò anche la motivazione per dare il meglio di me”.

Qualità n.2, il libro si legge d’un fiato, non solo perché breve, anche perché coinvolgente. I contenuti e il metodo descritto aprono sentieri nella mente del lettore che guidano alla conoscenza di sé. Villa ha scelto un approccio autobiografico raccontando come sia giunta a scoprire i suoi punti di forza, ma lo fa senza ostentazione, attingendo ad esperienze sul campo, portando esempi convincenti, analizzando situazioni e casi in cui chiunque può riconoscersi, suggerendo esercizi che invitano a intraprendere da sé il viaggio verso l’esplorazione del proprio modo di essere e di agire. Un viaggio che può rivelarsi tanto affascinante quanto doloroso, ma con cui prima o poi dobbiamo tutti fare i conti.

Qualità n.3, solleva domande potenti che restano a lungo dentro, suscitando intuizioni, talvolta mettendo  in dubbio convinzioni consolidate che scuotono, come accade quando ci si ferma a pensare senza se e senza ma, senza alibi, né resistenze. È allora che possiamo intravvedere le nostre zone d’ombra, attraversate le quali si comincia a scorgere il proprio potenziale.

Cosa chiedere di più da un libro su un tema così delicato e complesso che, in sole 107 pagine, riesce a fare tutto questo?