Sincerità radicale
Autore: Kim Scott
Editore: Franco Angeli, 2019, pp. 272 € 26,00
Genere: Saggio sulla gestione HR
Chiave di lettura: Essere capi senza perdere la propria umanità
Frasi-chiave: “La sincerità radicale non significa cerare sempre il pelo nell’uovo. Mettere direttamente in discussione gli altri richiede grosse energie – non solo ai diretti interessati, ma anche a voi. Fatelo quindi solo per cose che contano davvero. Una buona regola empirica, per qualunque relazione umana, è risparmiarsi ogni giorno di dire a voce alta tre cose non importanti”.
Recensione di Raul Alvarez
Svolgono compiti a elevata complessità, con precisione e intelligenza, ma non sono programmati ad esprimere sincerità, empatia, fiducia: sentimenti inaccessibili a qualunque robot. Eppure è grazie ad essi che impariamo a generare legami profondi, a collaborare in modo creativo, a sprigionare intuito e intelligenza collettiva. Qualità indispensabili negli attuali ambienti di lavoro, destrutturati, frugali, incerti, a prova di futuro, dove le regole sono da riscrivere e la leadership, da reinventare. La letteratura manageriale, anche di solo qualche anno fa, racconta un mondo che non c’è più. Non è il caso di Sincerità radicale, uno dei pochi testi da cui trarre ancora qualche lezione utile.
Kim Scott, CEO di Candor Inc, ha lavorato per aziende innovative come Google, Apple, Dropbox, Twitter e diverse stratup. Oggi insegna alla Apple University. Nel suo libro riporta quanto appreso da leader come Eric Schmidt, Steve Job e molti altri; mentori che hanno ispirato il suo mantra sulla “sincerità radicale”. In cosa consista è presto detto, “Sono le relazioni interpersonali, non il potere, a farvi andare avanti”, scrive Scott. “Per esercitarle in modo efficace occorrono due abilità fondamentali: capacità di coinvolgimento personale, che significa interessarsi ai dipendenti come esseri umani, esplorando le loro motivazioni profonde (quali, ad esempio, la propensione alla “crescita rapida”, tipica delle Superstar, o a quella “graduale”) tenerne conto nei piani di sviluppo, aprirsi ai dipendenti cominciando dal mostrare loro la propria vulnerabilità – o semplicemente ammettendo di star passando una brutta giornata – per creare fiducia affinché si sentano liberi di aprirsi a loro volta”. Seconda abilità della sincerità radicale: saper gestire un confronto diretto, parlando con franchezza, trasmettendo feedback sinceri, senza nascondere o attenuare le cose che non vanno, esplicitarle invece, affrontando i problemi con franchezza e coraggio. In altre parole, trattare i dipendenti da adulti responsabili. Ma perché sincerità? “Perché è il segreto per far sì che tutti si abituino a un confronto diretto con gli altri (e con voi) sottolineando la necessità di comunicare con tale chiarezza da non lasciare spazio a fraintendimenti”. Due principi cardine della sincerità radicale, argomentati con esempi illuminanti che chiariscono l’utilità di questo modo di rapportarsi a se stessi e agli altri.
Particolarmente interessante il capitolo su “come ottenere risultati con la collaborazione”, senza dare ordini. Scott ce lo mostra attraverso la ruota dell’efficienza: un modello iterativo che inizia innestando in azienda sistemi che promuovano “la cultura dell’ascolto”. Ascoltare le idee dei collaboratori e assicurarsi che possano essere approfondite e chiarite, anziché bocciate prima che tutti ne abbiano compreso la potenziale utilità. “Ma un’idea facile da comprendere – avverte Scott – non necessariamente è una buona idea. Occorre discuterne e verificarla con rigore. Passo successivo, decidere velocemente. Poi, convincere chi non ha partecipato al processo decisionale sulla sua validità, affinché si possa passare alla esecuzione. E dopo aver Imparato dai risultati della decisione, far ripartire l’intero processo”. Un modello in 7 fasi (Ascoltare-Chiarire-Discutere-Decidere-Convincere-Eseguire-Imparare) semplice, ma non semplicistico, ed efficace, arricchito da suggerimenti operativi per riuscire a metterlo in pratica.
Un libro all’apparenza non particolarmente originale. Ma sono gli esempi a fare la differenza, a ispirare un modello di leadership adatto alle organizzazioni di oggi, dove la sincerità radicale apre le porte alla fiducia reciproca, dove la costruzione di relazioni collaborative sfrutta l’intuizione e l’intelligenza collettiva, dove riuscire a decidere mettendo d’accordo cuore e mente; tutte doti “tipicamente umane” grazie alle quali possiamo crescere, creare, evolverci, inventare nuovi mondi. È questa la nostra qualità più preziosa (alcuni la chiamano “intelligenza multipla”) che ci permette di poter fare cose straordinarie e ora, finalmente, senza doversi più preoccupare per l’ordinario, a quello ci penseranno i robot.