Title Image

La terza via

La terza via

Autori: Jennifer Riel e Roger L. Martin

Editore: Franco Angeli, 2018, pp. 211 € 27.00
Genere: manuale di problem-solving creativo e design thinking
Chiave di lettura: Come generare soluzioni innovative integrando il meglio delle idee di ciascuno

Frase chiave: “Abbiamo bisogno di un processo che ci fornisca nuovi strumenti per esplicitare il pensiero, che ci aiuti a comprendere in che senso gli altri vedono il mondo diversamente da noi e che ci lasci lo spazio per creare delle grandi scelte”.


I contenuti de La terza via non sono del tutto nuovi. L’idea che da due soluzioni contrapposte possa nascere un’alternativa superiore, frutto di ciò che di meglio deriva da ciascuna di esse, era già insita nei principi del problem-solving creativo e nel negoziato win-win ideato da Roger Fischer e William Ury, persino nella visione politica del sociologo inglese Anthony Giddens. Ma la qualità del libro di Jennifer Riel e Roger L. Martin (direttore del Martin Prosperity Institute della Rotman  School of Manangement dell’Università di Toronto,  fra i 50 pensatori più influenti al mondo in tema di innovazione) va oltre: è nella capacità di offrire un metodo, ben strutturato e ricco di esempi per comprendere a fondo come mettere in moto  il pensiero integrativo, “Un processo mentale che sfrutta  la tensione generata da idee contrapposte, utile nei di trade-off, situazioni di aut-aut sempre più frequenti nella vita dei manager”.

Con solide argomentazioni e ricchezza di esempi, il libro illustra come replicare il processo integrativo e renderlo fruibile a chiunque. Sono quattro i passaggi principali che lo caratterizzano. Si parte : 1) Articolare i modelli, impegnandosi a comprendere a fondo il problema in questione e le soluzioni contrapposte. 2) Esaminare i modelli, identificando i punti di tensione fra le opzioni in gioco, gli assunti insiti in ciascuna di esse, la logica di causa-effetto che le sottende e le spiega agli occhi dei propri sostenitori. 3) Esplorare le possibilità, sperimentare le strade verso una possibile integrazione di soluzioni contrapposte). 4) Valutare i prototipi, testare e perfezionare nuove soluzioni che integrino il meglio di ciascuna. Quattro passaggi facili a comprendere, assai meno da mettere in pratica, poiché richiedono apertura mentale, creatività, impegno e determinazione. Per il loro modello, hanno attinto all’economia comportamentale, in particolare ai meccanismi di distorsione (o bias) che annebbiano il pensiero e forviano le decisioni. Mentre dal design thinking hanno tratto lo schema  di processo in 4 fasi. Un mix di discipline all’avanguardia e di tool scardinanti per scoprire come andare oltre la ragione e il torto, e trovare soluzioni superiori a quelle di partenza. Riuscirci non è impossibile, ma occorre un metodo. Quello proposta dal libro ha l’aria di essere semplice, ma potente. Gli autori lo illustrano mostrando  schemi di ragionamento contro-intuitivi. Domande “irragionevoli” da sfoderare quando l’immaginazione si arresta. Convinzioni limitanti che  impediscono di pensare fuori dagli schemi, come quando ci si fissa troppo sui pro e i contro di ogni opzione, anziché esplorare tutti i pro di ogni idea per mettere insieme i lati migliori di ciascuna. I case history, come quello dell’azienda che deve decidere se privilegiare l’efficienza dei servizi o la customer experience, la centralizzazione o la decentralizzazione della formazione interna e molti altri, ci riconducono dalle astrazioni del pensiero alla concretezza del fare. Non ultimo, rendono la lettura pragmatica e appassionante.

La terza via è un libro che consiglio a manager visionari che guardano oltre lo status quo, a team creativi in cerca di soluzioni innovative, a formatori sempre a caccia di nuove idee per nuovi corsi; più in generale, a tutti coloro che desiderano far fare un salto di qualità alla propria risorsa più preziosa: la mente, e raccogliere i suoi frutti più pregiati: idee innovative per opportunità che aprono nuovi spazi laddove sembrava non esserci altra scelta.