La vita emotiva del cervello
Lettura del mese: Dicembre/2015
Autori: Richard J. Davidson e Sharon Begley
Editore: Ponte alle Grazie, 2013, pp. 380, € 21.00
Genere: saggio su neuroscienze evita emotiva
Chiave di lettura: scoprire come i nostri Stili Emozionali condizionano i nostri comportamenti.
Frase chiave: “Ciascuno di noi è il frutto di una diversa combinazione delle sei dimensioni dello Stile
Emozionale – Resilienza, Prospettiva, Intuito sociale, Autoconsapevolezza, Sensibilità al contesto, Attenzione: una miscela unica che determina la nostra percezione del mondo ed il modo in cui reagiamo ad esso, come ci rapportiamo gli altri e come ci destreggiamo lungo il cammino ad ostacoli della vita”.
Per anni il paradigma comportamentisa ha dominato la psicologica. La mente era considerata alla stregua di una “scatola nera”. Ciò che era dato conoscere era solo il comportamento. Il sapere sull’essere umano si fermava lì. Ma con l’evoluzione delle neuroscienze, e delle tecnologie in grado di scandagliare in profondità i processi mentali, il paradigma cognitivista ha preso il sopravvento. Oggi ciò che sappiamo genera nuova luce su quella “dimensione nascosta” che chiamiamo mente e da cui hanno origine: pensieri, emozioni, motivazioni, decisioni, azioni. Questa svolta ha influenzato le scienze umane, e comincia a introdursi anche nelle discipline manageriali. Ma finora mancava, almeno in Italia, un testo che aiutasse a capire cosa applicare delle neuroscienze al management. Uno dei primi passi in questo campo viene da un libro curato da Maria Elanuela Salati e Attilio Leone, Neuroscienze e Management, pubblicato da Guerini Next (2015). Qiui sono raccolti alcuni saggi stimolanti per ripensare la gestione del “capitale psicologico” delle imprese. Ma quali sono i costrutti delle neuroscienze che meglio si adattano ad essere impiegati nelle scienze manageriali? Dal libro di Maria Elanuela Salati e Attilio Leone se ne possono trarre alcuni.
Quello che io suggerisco è il modello degli Stili Emozionali elaborato da Richard J. Davidson, uno dei neuroscienziati più eclettici e brillanti nel panorama attuale. In La vita emotiva del cervello, come imparare a conoscerla e a cambiarla attraverso la consapevolezza, edito da Ponte alle Grazie, troverete un’eccellente divulgazione di un suo costrutto: quello degli Stili Emozionali. Per chi non lo conoscesse, Richard J. Davidson è un pioniere nel campo della neuroscienza affettiva, ovvero “lo studio dei meccanismi celebrali alla base delle emozioni e la ricerca dei modi per migliorare il benessere e promuovere le qualità positive della mente”. Docente di psicologia e psichiatria all’University di Wisconsin, con la Teoria dei sei Stili Emozionali ha scritto un libro straordinario che può risultare utile a psicologi, pedagogisti, formatori, consulenti, manager e appassionati di neuroscienze. Non lasciatevi intimorire dalla mole (366 pagine): è un testo divulgativo e appassionante, acuto e originale. Rispetto alla Teoria dell’Intelligenza Emotiva di prima generazione (divulgata da David Goleman negli anni ’90) questo costrutto presenta molte novità, anzitutto la scoperta che ciascuno di noi possiede un proprio Stile Emozionale. Dalle sue ricerche ne sono emersi sei: Resilienza, Prospettiva, Intuito sociale, Autoconsapevolezza, Sensibilità al contesto, Attenzione. Ciascuno di questi Stili attiva una specifica area del cervello, oggi identificabile e misurabile grazie ai sofisticati strumenti in grado di mappare ogni movimento del nostro cervello. “Potete pensare alle sei dimensioni come agli ingredienti della ricetta del vostro corredo emotivo – spiega Davidson. – Tutti noi possediamo alcuni tratti di ciascuna dimensione”. E poiché i modi di combinarsi sono molteplici, essi possono dar vita a Stili Emozionali diversi. Non ne esiste uno migliore, alcuni però possono rivelarsi più efficaci in determinate circostanze e nel conseguimento di determinati obiettivi. La buona notizia è che lo Stile Emozionale è collegato ai circuiti celebrali, e poiché il cervello è plastico, possiamo modificarli. È possibile persino “cambiare intenzionalmente il cervello”, estremizza Davidson, attraverso la sola attività mentale”. Nel libro ci sono interessanti ipotesi sul potere rigenerativo della meditazione di cui l’autore è convinto sostenitore e frequentatore del Dalai Lama e del Mental and Life Institute.
Impossibile riassumere la quantità di scoperte raccolte in questo testo appassionante. Quanto alle sue implicazioni pratiche “acquistare familiarità con il proprio Stile Emozionale, scrive Davidson, è il primo passo per modificarlo. Se con questo libro riuscissi anche solo ad accrescere la consapevolezza del vostro Stile Emozionale e di quello delle persone che vi stanno accanto, lo considererei un successo”. In effetti gli ingredienti ci sono. Si parte con un test per riconoscere il proprio Stile Emozionale e si prosegue con degli “esercizi neurologici” per ricablare il cervello e sapersi destreggiare far i diversi Stili. C’è quanto basta per ripensare anche ai testi di valutazione delle competenze e del potenziale.
Dario
14 Dicembre 2015 at 10:53 amBellissimo e appassionante libro, per chi è interessato alle neuroscienze delle emozioni è una splendida sintesi che coniuga rigore scientifico e riflessioni “leggere” alla vita di tutti i giorn.i